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Ciao a tutti ho 43 anni sono sposato con Tania e svolgo un lavoro che per fortuna trovo meraviglioso: quello di cercare di ogni anno di tirare fuori il meglio dai mie olivi. Si sono un imprenditore olivicolo e frantoiano, e questa sfida con le mie capacità e con la natura si rinnova di stagione in stagione trà successi e delusioni. Amo il mio lavoro anche perchè mi permette di stare a stretto contatto con il mondo dell'enograstonomia che è una delle mie passioni piu importanti; grazie a questo blog spero di riuscire a trovare tante persone con cui condividere i miei interessi e confrontarci su di essi.

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mercoledì 1 febbraio 2012

Il "Vitello Grasso 2011"

L'avvenimento più importante tra le degustazioni enoliche che periodicamente organizziamo durante l'arco dell'anno , avviene orami da tradizione durante le festività natalizie,nel perieodo che va dal 26 dicembre al 6 gennaio di ogni anno. A questa degustazione del tutto particolare è stato dato il nome di: serata del "Vitello Grasso". Come è facile intuire il riferimento all'esegesi dell'omonima Parabola  è evidente, infatti  anche nell nostro appuntamento ormai anuale, si vuole celebrare con la degustazione di un grande vino, il "Vitello Grasso dell'anno" il ritorno tra noi dopo un periodo di lontananza, di un nostro confratello di libagioni che per lunghi mesi si era allontanato.  Ricordo bene cosa avvenne  quando mi comunicò al telefono che finalmente, quella sera dopo appunto mesi di lontananza sarebbe ritornato tra noi, era appunto una sera di festa tra Natale e Capodanno di parecchi anni fa ormai e  io in risposta alla sua disponbilità subito dissi: "bene allora questa sera berremo qualcosa di speciale in tuo onore" e cosi fù: la sera ricordo aprii una delle mie amate bottiglie di Cabernet Souvignon Tasca D'almerita millesimo 96 e presentando il vino dissi: "Bene questo  è il Vitello Grasso che stasera ammazziamo in onore del tuo ritorno". Da allora la celebrazione dell'amico ritornato è diventato un appuntamento annuale nel quale il piu grande vino dell'anno (Aimè almeno in teoria) viene aperto e bevuto insieme. Il Vitello Grasso  2011 è stato davvero un appuntamento esaltante, in primo luogo perchè l'amico in questione che col suo ritorno ci forni l'incipit per questa tradizionale bevuta, ha preso la buona abitudine da qualche anno a questa parte di affiancare al mio Vitello Grasso , un cosidetto vitellino che vitellino  è solo di nome data la nobilta delle scelte enoiche che il nostro amico ha effettuato negli ultimi anni, per cui  quest'anno ci troviamo a degustare una coppia di autentici fuoriclasse dell'enologia italiana e mondiale, da una parte il Vitellino del nostro ospite che, nientepopodimeno ha messo sul tavolo un Solaia Antinori millesimo 2003, dall'altra il mio Vitello Grasso  2011: Quintarelli  Amarone della Valpolicella classico  millesimo 1998.


Con due simili fuoriclasse capirete che l'emozione è stata dal primo all'ultimo sorso e questa volta nessuno dei due grandi vini ci ha deluso come invece aimè  è successo in qualche edizione precedente.
Ma iniziamo il racconto gustativo con il primo vino in degustazione, per meri motivi di anzianità che nel caso de grandi vini è un criterio che si applica alla rovescia abbiamo iniziato dal: Solaia Antinori millesimo 2003:



Già dal rumore del tappo (secco e preciso come lo schioccare di un frusta di fronte ad un regale felino)  che fuoriesce dal collo della bottiglia si intuisce la nobilta dei natali e del contenuto. Appena versato nel bicchiere e portato alle narici subito  veniamo avvolti e sedotti dalle note olfattive classiche che hanno reso celebri i vini da uve cabernet sauvignon, il classico peperone verde è un filo conduttore che ci accompagna attraverso i piccoli frutti rossi e i sentieri del sottobosco  in una promenade dei sensi che mai vorremmo finisse. Ma è in bocca che questo Solaia, stupendoci ancora una volta, mostra il meglio di sè. Come se il nostro palato attendesse da sempre questo nettare, veniamo colpiti da una morbidezza e una trama tannica perfettamente risolta, setosa come il velluto, suadente, caldo e avvolgente, ma al contempo in tanta delicatezza raffinata,  intuiamo in bocca il nerbo a la possanza della struttura, per nulla inficiata dall'eleganza ma che si veste di essa e si esalta ancora di più sul palato. Col passare dei minuti e dei quarti d'ora e piu di un ora le sensazioni gusto olfattive si esaltano, è inesauribile, il tempo non lo scalfisce il finale non esiste è un continuo evolversi. A mio personale e sedotto giudizio 95/100 per gli altri 91/100.

Difficile andare oltre dopo una simile esperienza ma ci attende ancora il mio Vitello grasso 2011 nella fattispecie Quintarelli Amarone della Valpolicella  millesimo  1998.




Il mio Vitello Grasso 2011 è fatto cosi.....non c'è nulla da fare, col bicchiere a piu di 30 cm dal nostro naso la sua componente olfattiva la avvertiamo in maniere netta, ci pervade potente, subito avvertiamo more mature, marasche, ciliegie sottospirito, frutta rossa surmaturata, le note dell'appassimento e della concentrazione dei mosti si sentono tutte (forse anche un filino troppo a solo mio personale giudizio) , ancora poi note terziarie di torrefazione, e leggere note di cuoio e liquirizia. In bocca la componente alcolica all'inizio è prepotente, l'entrata  è aggressiva, la beva  è complessa, le sensazioni olfattive si ripropongono in un susseguirsi di piacevoli ma complesse alternanze, all'improvviso come in un intrigato e complicato triller, arriva la svolta che spiega tutto, cosi, forse inaspettata a giudicare dall'irruenza dell'incipit gustativo, esplode in bocca la morbidezza, le tensioni si sciolgono nel  piu inevitabile finale di un capolavoro in questo caso enologico. La bocca ora è calda e piacevole con una sensazione di definita e riconosciuta grandezza. Il finale come in ogni grande capolavoro sia cinematorgrafico che enologico è da ricordare a lungo. A mio personale giudizio 91/100 per gli altri 93/100.





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